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Il potere del turismo esperienziale


Ormai tutti sappiamo che il turismo di oggi non è più quello di una volta e che i viaggiatori ormai non cercano più le solite vacanze “all inclusive” ma sono alla ricerca di un qualcosa di decisamente più coinvolgente ed emozionale.
A questo proposito sarebbe opportuno che noi iniziassimo a parlare di turismo esperienziale.

Sappiamo davvero tutti cos’è? Sappiamo bene di cosa si tratta? Abbiamo le giuste competenze e conoscenze per fare veramente turismo esperienziale?

Parliamoci chiaro, per quanto oggi possa sembrare che questa sia la nuova frontiera del turismo, ancora ben pochi sanno realmente di cosa si tratta, ancor meno se parliamo di chi dovrebbe proporre ai viaggiatori nuove esperienze; tutto questo nonostante sia ormai evidente la crescita esponenziale della domanda. Si vedono in giro molti che dicono di proporre esperienze o roba simile ma alla fine promuovono sempre con i vecchi metodi e vendono sempre gli stessi pacchetti semplicemente chiamandoli in modo diverso da prima.

Per capire bene di cosa si tratta, cerchiamo di fare un passo indietro!  Proviamo a fare un esempio pratico immaginando di tornare diciamo a circa 10 anni fa. Immaginiamo di essere tornati indietro nel tempo e pensiamo di voler visitare Parigi. Iniziamo a pianificare ed organizzare il viaggio, contattiamo l’agenzia viaggi tramite cui prenoteremo il nostro alloggio, compriamo sempre dalla stessa agenzia i biglietti per visitare i luoghi più famosi della città e dintorni come il Louvre, la reggia di Versailles e la Tour Eiffel e finalmente partiamo. Ohh, si, finalmente siamo nella città dell’amore, e per essere la prima che la visitiamo è veramente meravigliosa. Giriamo tutto quello che avevamo programmato e visitiamo tutti i luoghi per cui avevamo prenotato i biglietti. Dopo aver trascorso questi magnifici giorni e dopo aver visitato “forse” tutti i “must see” della città alla fine ritorniamo con tantissime foto da mostrare ai nostri amici e ci diciamo soddisfatti: “Sono stato a Parigi ed ho visto veramente tutto!”

Torniamo al nostro tempo adesso, torniamo ad oggi precisamente. Immaginiamo di voler/dover visitare nuovamente Parigi, oggi, in questo preciso istante. La prima cosa che ci verrà in mente è: “Ma sono già stato a Parigi 10 anni fa e mi ricordo perfettamente tutto quello che ho visitato, ma adesso che dovrei ritornarci, visto che già ho conosciuto tutto, cosa posso fare di DIVERSO? Sinceramente non sono così sicuro di voler ritornare di nuovo nello stesso posto! Cosa potrei visitare di NUOVO? A chi potrei chiedere se ci sono mete ALTERNATIVE a quelle già percorse da me in precedenza?”

Bene amici, siamo arrivati dunque al nocciolo della questione; in primis lessenza del turismo esperienziale sono esattamente quei... DIVERSO, NUOVO, ALTERNATIVE! Possiamo quindi definire il turismo esperienziale come una sorta di strumento di re-marketing per cui il viaggiatore sia nuovamente invogliato a visitare la stessa città già visitata anni addietro, perché questa volta è consapevole che visiterà luoghi totalmente diversi dalla prima e vivrà emozioni decisamente più forti. Questa è la vera potenza del turismo esperienziale applicata ai viaggiatori che già avevano visitato un determinato luogo; ma non è la sola e non è il solo caso a cui applicare questa portentosa forma di turismo. Il turismo esperienziale può e deve essere una risorsa immensa anche nei confronti di nuovi viaggiatori, di viaggiatori che quel determinato luogo non lo hanno mai visitato e che vorrebbero, ma non sono davvero sicuri su ciò che c’è da fare e da vivere, non sono certi che in quel determinato luogo li aspetti ciò che realmente avrebbero intenzione di fare.

E non è tutto, perché il turismo esperienziale può essere anche categorizzato; basti pensare ad esempio a quello culturale, enogastronomico, naturalistico, sportivo e moltissimi altri che non sto qui ad elencarvi perché ben li conoscete, quindi ad esempio si potrebbe trovare una nicchia specifica e sfruttarla al massimo. Si possono creare esperienze per tutti i gusti sfruttando le potenzialità della propria zona, si posso rilanciare zone “morte” creando e promuovendo esperienze specifiche che risaltano quel determinato territorio. La bellezza del turismo esperienziale è che non pone limiti e l’unico limite possibile è la nostra immaginazione e le nostre competenze naturalmente. Questa forma di turismo è l’arma più grande che abbiamo per incrementare notevolmente le presenze e/o per attirare vecchi e nuovi viaggiatori da ogni parte del mondo. L’anima di questa forma di turismo è così grande da avere soluzioni e risposte per tutti i gusti ed esigenze, basta solo studiarlo attentamente ed applicare la formula più adatta, il resto verrà da se...!

Bene amici, spero davvero di aver reso bene l’idea che TURISMO ESPERIENZIALE non significa visitare, ma significa FARE, non significa conoscere ma significa VIVERE; fare turismo esperienziale significa COINVOLGERE IL VIAGGIATORE in qualcosa che ricorderà a vita perchè quel qualcosa era realmente ciò che lui voleva vivere e non potrà mai e in nessun modo spiegarlo solo con una semplice fotografia.


Adesso aspetto le vostre riflessioni e il vostro modo di vedere la questione.


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